AGGRESSIVITA'
La probabilità che l’individuo si comporti in maniera aggressiva è intrinsecamente collegata al suo livello di consapevolezza.
Quando facciamo convergere l’attenzione verso noi stessi, tendiamo a valutarci in riferimento ai valori e alle credenze che possediamo e che riteniamo importanti e, conseguentemente, èpoco probabile che ci comportiamo in modo antisociale e deviante. D’altra parte, quando la consapevolezza di sédiminuisce, poiché stiamo focalizzando altrove la nostra attenzione, aumenta la probabilità che vengano messe in atto condotte impulsive, non mediate dalle norme morali.
Negli stati di bassa autoconsapevolezza, gli individui diventano meno capaci ad agire in accordo con le norme sociali che hanno interiorizzato e che normalmente impediscono loro di comportarsi in maniera impulsiva o deviante. Ciò provoca nell’individuo l’allentarsi dei divieti abitualmente posti al comportamento e conduce spesso all’aumento di atti impulsivi e socialmente proibiti, come la violenza.
RABBIA
Nella maggior parte dei casi, quando insorge l’ira è probabile che venga mal gestita, in genere con comportamenti offensivi, insensibili, o che negano il valore dell’altro.
Considerare la rabbia come un’emozione solo negativa equivale a non considerare cosa potrebbe contenere al suo interno. La collera non è sempre un male. Al cuore di essa vi è una disperata richiesta di rispetto.
Quando si va in collera, spesso si reagisce alla percezione di una minaccia o di una negazione del proprio valore. La rabbia attinge a un desiderio primario di autoprotezione; anzi, potremmo definirla come l’emozione dell’autoprotezione per eccellenza.
Prima di riuscire a far gestire la rabbia, un primo passo da compiere è di sviluppare la consapevolezza del modo in cui le persone la manifestano.
Se si riesce a collegare la rabbia a delle motivazioni costruttive, essa smette di essere un’emozione che intrappola: al contrario, può diventare un impulso a ergersi in nome della verità e ad assumere un approccio propositivo nella risoluzione dei conflitti.
Per liberarci dalla trappola della nostra rabbia, non abbiamo bisogno di evitare tale emozione in tutto e per tutto: possiamo scegliere di non fomentare uno stile di rabbia non produttivo, e di optare invece per l’assertività.
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Dott.ssa Alice Iacono Psicologa Clinica Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Terapeuta EMDR Practicioner
Mental Coach
Specialista in Psicologia Giuridica e Forense
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